LA TUSCIA DA SCOPRIRE
di Angelo Bianconi
Celleno, la Città delle Ciliegie, sorge su uno sperone di tufo tra due torrenti., avvolta nella natura verdeggiante della Tuscia Viterbese. L’antico centro, definito ‘Borgo Fantasma’ ormai disabitato, definito dal quotidiano britannico The Telegraph tra i 25 paesi fantasma più belli d’Italia persi nel tempo. Il centro storico è impreziosito dalle caratteristiche casette in tufo rosso e dal Castello degli Orsini, un punto strategico contro gli assalti nemici in epoca medievale. Il castello è rimasto intatto e vi si accede attraverso un maestoso ponte in pietre originali, ad arcata unica. La bellezza del ponte levatoio è rimasta inalterata nei secoli. Celleno è capofila dell’Associazione Nazionale Città delle Ciliegie per valorizzare il prodotto su scala nazionale e internazionale.
Collocato sul versante sud-orientale della catena dei Monti Volsini, Montefiascone è, in tutta la provincia di Viterbo, il comune con maggiore altitudine, superando i 600 m s.l.m. nella zona del “Belvedere” e della dominante Rocca dei Papi (633 m s.l.m.) da dove si può godere di un’ampia vista sul lago di Bolsena e la piana di Viterbo. In giornate terse è possibile notare gran parte dell’Appennino centrale e il mar Tirreno.
Difatti, il colle su cui sorge la cittadina si affaccia direttamente sul lago, antica caldera poi riempitasi d’acqua, che ha avuto origine dall’esplosione di un possente vulcano in tempi preistorici. Il territorio, ricco di materiali di origine lavica come il tufo, ha favorito lo sviluppo della coltivazione della vite. Grazie a questo, Montefiascone è conosciuto per la sua produzione enologica anche aldilà dei confini locali.
Valentano, collocato a 538 m s.l.m. a ovest del Lago di Bolsena e contornato dalle vette degli Appennini, il Monte Amiata e i Monti Cimini, sorge su di un colle della catena dei Volsini, ai piedi del Monte Starnina. Il suo territorio, di 43 km² circa, ha tutte le caratteristiche di un luogo “alto, ventoso e freddo”, dall’aria “soavissima, buona e delicata”, tanto decantata fin dai secoli passati.
Calcata si erge su uno sperone di tufo, incastonato nella Valle del Treja. La torre merlata del Palazzo Baronale veglia sulla natura selvaggia, corroborata dalle vivaci acque del fiume. Memorie di un antico passato affiorano dal verde e raccontano l’antica
civiltà etrusca di Narce. Un’unica anima pervade le vie del borgo antico, lastricate di ciottoli di fiume, e le strade del paese nuovo, sogno di modernità per i Calcatesi, che si
snodano tra opere di street art fino alla chiesa progettata dall’architetto Portoghesi.
Calcata non vuole essere vista: chiede di essere guardata ogni giorno. Vuole incrociare lo sguardo del visitatore “occhi negli occhi” per creare un legame, grazie a una cultura dell’ospitalità viva e autentica.
