VIGNA MICHELANGELO FESTEGGIA IL SUO PRIMO ANNO DI VITA
Composta fino al 2024 da pochi filari, la prima vigna urbana moderna di Firenze ha rinnovato lo scorso anno il suo parco viti mettendo a dimora 700 nuove piante. Il terreno, esposto a nord-est, è gestito dall’azienda agricola donne Fittipaldi di Bolgheri, presieduta da Maria Fittipaldi Menarini che, con le quattro figlie Carlotta, Giulia, Serena e Valentina, si è lanciata con convinzione ed entusiasmo in questo progetto.
“Questa vigna rappresenta anche la mia infanzia – ricorda Maria – quando i primi di settembre, di ritorno dalla villeggiatura, amavo cogliere gli acini e anche alcuni grappoli per la tavola”.
La passione e l’esperienza acquisita in vent’anni di creazione e gestione della loro azienda agricola a Bolgheri l’hanno convinta a far rivivere la vecchia vigna di casa. “In qualche modo – prosegue Maria – volevo dare un segno e un senso di continuità a questa casa, particolarmente amata da mio padre Mario. È passato giusto un anno da quando mettemmo a dimora le barbatelle ed oggi è davvero grande l’emozione per me e le mie figlie di vedere ogni barbatella già trasformata in vite con le prime foglie e soprattutto le prime infiorescenze.
Questa vite ci racconta la vita che continua.” Intanto Vigna Michelangelo fa già parte dell’Urban Vineyards Association presieduta dall’italiano Nicola Purrello con il suo vigneto urbano a Catania ai piedi dell’Etna. Un’Associazione che si estende su 10 Paesi in 4 Continenti, per un totale di 21 vigneti urbani: da Venezia a Torino, da Parigi a Barcellona, da Londra a Los Angeles, da Brasilia a Melbourne. Questa vigna è vista come elemento in grado di ricomporre l’insieme di patrimonio rurale, storico e paesaggistico tipico di una comunità urbana ancora lontana dall’industrializzazione.
Le varietà sono state scelte con cura storica tra le varietà toscane più tradizionali, incluse quelle a rischio di estinzione perché poco redditizie, ma di altissima qualità. Chiaramente questo progetto non rappresenta solo un progetto viticolo ma deve essere considerato come un omaggio alla città di Firenze ed alla Toscana essendo fatto da varietà autoctone della regione.
